mercoledì 23 aprile 2014

l'intervento di Antonio Cagnacci per il "Forum sui Beni Culturali"


(a proposito del "Forum sui Beni Culturali" promosso dall'Associazione Gastone Mariotti)



L’archeologia è lo studio dell'antichità, ma può offrire oggi, oltre al suo scopo primario, una prospettiva di rilancio nello sviluppo economico e culturale in territori a forte vocazione turistica come il nostro, ma ricchi anche di storia e di arte.
In questi giorni le associazioni culturali del comune di Orbetello si sono riunite con l’intento di denunciare in maniera decisa ma costruttiva il degrado, l’incuria dei nostri monumenti e le carenze evidenti di gestione da parte dell'amministrazione. L'obiettivo di questa denuncia è anche però, mantenendo aperto il dialogo con gli enti interessati alla materia, l'individuazione di possibili soluzioni.
Importante sarebbe realizzare una reale valorizzazione del patrimonio archeologico, avviando progetti che, attraverso la ricerca di fondi privati o europei, permettano di raggiungere lo scopo prefisso.
Con la creazione di percorsi archeologici, la ripulitura e la manutenzione di siti e monumenti abbandonati e soprattutto con la volontà delle amministrazioni ai vari livelli di promozione e diffusione della cultura a scopo turistico, si può di fatto aiutare una ripresa dell’economia del territorio creando nuovi posti di lavoro.
Attualmente, data la grave crisi economica, la tendenza è di ridurre i fondi destinati alla cultura non capendo però che così facendo si arreca un danno enorme al bilancio di un territorio come il nostro che vive di turismo.
Dai dati in nostro possesso risulta che il Comune di Orbetello spende per la cultura molto meno di altre amministrazioni del territorio, rimanendo così di fatto fanalino di coda pur avendo un territorio ricchissimo di testimonianze culturali e archeologiche.
Salta all’occhio la miopia politica che troppo spesso sottovaluta la cultura e, senza la dovuta pianificazione e progettualità, la relega a un ruolo secondario piuttosto che proficua fonte di reddito del territorio.
Durante il nostro conversare, è emersa la proposta di chiedere, in collaborazione con la Proloco, qualora venisse aperta, la gestione della rocca di Talamone. Tale edificio potrebbe essere usato come museo, o anche come sede di attività archeologica sperimentale e di restauro, destinata sia alla fruizione turista che alla didattica scolastica.
Quest’ultima ipotesi permetterebbe, attraverso la promozione di convegni, mostre e giornate di visita ai siti, con percorsi culturali ed archeologici (sia a piedi che in bicicletta), di prolungare la stagione turistica, altro spinoso problema che affligge specialmente Talamone.
Inoltre il centro archeologico, il museo e i percorsi tematici, potrebbero contribuire ad incentivare la nascita di cooperative giovanili inerenti al settore, comprendendo anche la parte meno tecnica e cioè la cura e la pulizia dei siti e dei percorsi.
Per un realizzare un allestimento tradizionale del museo si potrebbe operare in collaborazione con altri musei, o in alternativa realizzarne uno virtuale sul modello del MAV di Ercolano.
Un'altra collaborazione importante potrebbe essere quella con il Parco della Maremma, ricco anch’esso di testimonianze archeologiche, potrebbero inoltre essere attivati canali di collaborazione con Università Italiane ed estere, finalizzate ad attività di ricerca e scavo, nonché di conservazione e gestione dei siti a fini turistici. Data la presenza massiccia di testimonianze archeologiche, queste applicazioni potrebbero in parte essere trasferite ad altre parti del territorio comunale e viceversa.
Settembre 2013 Talamonaccio, "I luoghi del Tempo" con Giorgio Albertazzi, Alberto Severi e Roberta Pieraccioli

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